Come sono gli italiani si può
vedere al bar, entri con quattro amici e dici quattro caffè, ovviamente ne
richiederanno uno normale, un macchiato caldo, uno lungo, un macchiato freddo e
se siete più di quattro verranno altre versioni, corretto ecc.
Quanto sopra per sintetizzare
certi comportamenti degli italiani, giornalisti e politici prima di
tutti.
Passata l'emotività dell'
immediato per il massacro di Parigi, iniziano gli infiniti distinguo e
insensati bla bla su tutti i media.
"Si, ma..... le vignette erano
troppo crude, però toccare la religione non si dovrebbe, libertà di parola ad
oltranza, qualche torto lo hanno anche loro, esistono i musulmani buoni, no
sono tutti cattivi, bisogna cacciarli tutti, no solo qualcuno, chiudere le
frontiere, oppure socchiuderle, o aprirle del tutto, sono della CIA, ma il
Mossad qualcosa sa.....
E così via, tante belle prese di
posizione, che hanno nella maggior parte una nota comune, l'ambiguità, il
tentativo di essere contemporaneamente pro e contro tutto e tutti.
Chi prende posizioni decise, è
fastidioso, non è un coraggioso, deciso o lucido, è
un estremista, sempre visto con sospetto. Chi cerca di far
chiarezza, condivisa o non condivisa, viene sempre travolto dagli opinionismi
e dissertazioni sul nulla, il sempiterno "si, ma..."
E' un italico male antico, ai
tempi del Risorgimento si diceva con ironia che vi era abbondanza gli eroi
della sesta giornata di Milano quando erano state solo cinque...... Chi voleva
Re Carlo Alberto, chi osannava a Radetzky, e chi cambiava parere secondo chi
era il vincitore.
Ricordo un amico, valoroso ex
capo partigiano, negli anni 70' mi diceva che dopo la guerra nella sua zona
erano stati rilasciati ventimila attestati di "partigiano combattente".
Lui, che da uomo onesto e coraggioso, tornato alla vita normale non era
si nemmeno iscritto alle associazioni, mi diceva in dialetto "ma
dove erano? mai visti più di 500 prima del 25 aprile".
E' risaputo che nel secondo
dopoguerra era difficilissimo trovare un italiano che affermasse di essere mai
stato fascista. Il regista Luciano Salce, nel film "Il Federale"
(1961) interpretato da un magistrale Tognazzi, nella pellicola in poco
più di un'ora, con raffinata ed intelligente ironia e umorismo delinea quel
mondo dei voltagabbana, che tutti sanno esiste, ma nessuno vuol prenderne atto.
In merito alla
strage di Charlie Hebdo, debbo confessare che buona parte
delle vignette del giornale parigino non mi piacciono, specie quelle a
carattere religioso, da agnostico e liberale, pur non praticando nessuna
religione, le rispetto tutte, purché si mantengano nell'ambito del legale e
lecito, senza fanatismi. Non mi sognerei mai di entrare in una sinagoga
senza kippah o in una moschea con le scarpe. Ma ci sono limiti di civiltà che
obbligano le persone oneste a prendere posizione, se poi se si riveste una
posizione di potere è un dovere.
Detto questo,
ritengo vile e irresponsabile fare qualsiasi distinguo o dare la benché
minima giustificazione all’atto di violenza di Parigi.
Un fatto è
rispondere ad un'offesa (vera o presunta) con una querela per diffamazione o
qualsiasi altro strumento giuridico o mediatico. Ben altro è ricorrere alla
violenza. Se anche pallidamente si legittima la risposta violenta, si apre il
baratro e si torna al medio evo.
Dell'ambiguità
irresponsabile di certi personaggi ancora è fresco il ricordo degli “anni
di piombo”, di chi parlava di "compagni che
sbagliano"......
Una volta tanto
vorrei che Governo, partiti, sindacati, giornalisti ecc., ovvero tutti coloro
che dovrebbero contribuire alla formazione dell'opinione pubblica e
all'educazione civica, quando vanno al bar prendano il caffè come gli pare, ma
quando sono in pubblico, e parlano di cose più che serie, si attengano ai
nostri principi di cultura e civiltà, con posizioni chiare e corrette, senza ma
e forse......
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