giovedì 13 settembre 2018

Il ritorno di Braghettone


Il ritorno di Braghettone
Daniele Ricciarelli, valente pittore e scultore di Volterra  (Volterra, 1509 – Roma, 1566), era uno degli allievi prediletti del maestro Michelangelo, a suo malgrado è passato alla storia come il Braghettone”, per aver coperto con vestiti e foglie di fico i genitali dell'affresco del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, nel 1565, poco dopo che il Concilio di Trento aveva condannato la nudità nell'arte religiosa. È stato dimenticato però che fortunatamente il suo intervento censorio impedì di demolire irreparabilmente quegli affreschi considerati scandalosi.
In realtà, lui non fu nè l’unico nè l’ultimo a mettere le mutande ai santi, ciclicamente la censura si ripropone anche ai nostri giorni, ultimo episodio fu quello delle statue coperte nei musei capitolini, da uno zelante funzionario, durante la visita del presidente iraniano Rohani.
L’ultimo intervento alla “Braghettone” è però di oggi.

Da alcuni giorni si è scatenata l’ilarità in tutt’Italia per l’apertura a Torino  della prima «casa di appuntamenti» con sexy bambole. Vi sono battute di ogni genere sulla questione.
Invece di sorridere, ieri, con burocratica serietà, la polizia municipale di Torino e l’ufficio di igiene dell’ASL hanno chiuso la prima «casa di appuntamenti» con sexy bambole in Italia. Il blitz, è stato disposto  per presunti problemi amministrativi e d’Igiene.
I solerti vigili urbani sostengono che erroneamente alla Camera di Commercio l’attività è  definita un’attività commerciale, quindi un negozio, ma invece non si vende nulla di materiale, se non un po’ tempo per far sesso con i bambole in lattice: 80 euro mezz’ora, 100 euro un’ora.
I vigili urbani sostengono che invece è un albergo, un’attività di affittacamere, anche se a mezze ore. I clienti perciò devono essere registrati con nome e cognome e fornire un documento,  il tutto poi va segnalato alla Questura, come in qualsiasi albergo o affittacamere.
Invece l’ASL ha dei dubbi sul sistema di pulizia delle bambole, non che siano state trovate sporche, ma l’ufficio di Igiene non ha saputo dire se il sistema di pulizia adottato sia valido.
La Stampa riporta poi le dichiarazioni dei vicini, una signora che vive nell'appartamento sopra il locale dice: «C’era tutta quella gente che andava e veniva. Io avevo fin paura certe volte, specie di sera». Altri virtuosi cittadini i cui alloggi si affacciano sul cortile dell’appartamento della scandalo dicono: «L’altro giorno abbiamo contato sette persone che sono andate lì. Pensi lei con che animo lasciamo scendere i nostri bambini in cortile. Chi è quella gente? Cosa cerca qui? Un’attività del genere non deve stare in un posto come questo».
Or dunque, vediamo di ridurre al giusto ruolo questa storia, che ritengo principalmente comica.
I cittadini preoccupati della vicinanza dell’esercizio dovrebbero tranquillizzarsi, la categoria che frequenta tale esercizio probabilmente oscilla tra i curiosi e i seguaci di Onan. Non sono decisamente categorie pericolose,  non risulta che siano avvenute finora risse e regolamenti di conti violenti per bambole di gomma e gonfiabili. Ne tanto meno risulta che mafia e ndrangheta si siano interessati al business. Inoltre in tutta la città vi sono moltissimi sex shop che vendono di tutto e non vi sono particolari problemi di ordine pubblico ad essi legati
I vigili urbani, così solerti in questo caso, dovrebbero valutare, sul lato dell’ordine pubblico, che sinceramente la città è piena di problemi: campi ROM abusivi, prostitute e prostituti sugli angoli di mezza città, ristoranti etnici e minimarket di dubbia igiene e attività, spaccio di stupefacenti sfacciato ecc ecc,. Perché impiegare tempo per una sciocchezza che probabilmente morirà da sola, terminata la curiosità? Per il lato amministrativo, basta poi che emettano scontrino fiscale e paghino le tasse, sinceramente alla Questura, già oberata di serissimi impegni, cosa importa del nome di chi per mezzora si dedica a plastici ( el senso di plastica) amplessi o attività onanistica fuori delle mura domestiche?
L’autorità sanitaria, certamente avrà a cuore la salute dei cittadini, ma i problemi seri d’igiene impellenti forse sono altri. Fino alla soppressione delle  case chiuse, le prostitute erano controllate periodicamente dal Medico Provinciale, oggi nessuno controlla le prostitute delle più svariate nazionalità che popolano la città, che hanno spesso patologie nostrane e importate.  E' allora è così  preoccupante se qualche sporadico individuo ha il remoto rischio di prendere una malattia sessuale da una bambola? Non mi risulta che finora l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) abbia dato direttive e emanato allarmi di contagio sulla sanità delle bambole di gomma…..

Probabilmente tutta questa inutile e costosa agitazione delle pubbliche autorità (ricordiamo che purtroppo paga Pantalone) è stata sicuramente fomentato dal solito perbenista estremista, che arruolerebbe nuovamente “Braghettone”, il quale però, sinceramente, con internet (vedi you porn e  migliaia di siti similari), avrebbe qualche problema ad operare.
Che dire infine, la madre degli imbecilli e dei moralisti è sempre gravida….
 




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