lunedì 3 settembre 2018

Come sopravvivere ad un capo idiota


Come sopravvivere ad un capo idiota


Riordinando la mia biblioteca ho ritrovato un interessante libro del 2005  pienamente attuale:Come sopravvivere ad un capo idiota”, ancora oggi in vendita. L’autore è John Hoover, laureato, ha conseguito due master e ha alle spalle molti anni di esperienza come quadro, dirigente, imprenditore consulente.
Nel testo confessa di essere stato un capo idiota e, come tutti i capi idioti, ha portato le sue disfunzioni all'interno della catena di comando aziendale, senza rendersi assolutamente conto dei disastri che combinava. Poi ha cominciato a capire, e ha scritto libri sulla leadership, la creatività e le prestazioni manageriali. Ha viaggiato molto per far conoscere i vantaggi della leadership collaborativa e dell'organizzazione orizzontale; i suoi clienti erano gentili, e aspettavano che se ne fosse andato prima di ignorare i suoi consigli, gli idioti sono refrattari ai buoni consigli…..
Il libro è stato scritto come risarcimento per il suo periodo di “idiozia” e per vendicarsi di tutti i capi idioti incontrati.
Giunto quasi alla fine della mia carriera lavorativa il libro mi ha stimolato a ripensare i tempi passati.
Come ho sempre asserito non sono un carrierista, mi sono dato da fare solo perché ogni scatto di carriera corrispondeva ad un vantaggio economico e un “capo idiota” in meno da sopportare nella catena di comando. 
Debbo ammettere che i “capi idioti” incontrati mi sono stati anche utili, solo perché hanno fatto di me un buon capo, in quanto sono stati l’esempio costante di tutto quanto non bisognava fare per far funzionare una struttura, sprecare denaro e vessare i dipendenti. 
Ora giunto alla dirigenza da molti anni ho solo più un capo e bramo alla quiescenza per avere al di sopra di me solo Dio. 
Nei miei oltre 40 anni di attività lavorativa, a partire dal 1975 dall’Esercito dove ero sottufficiale, ho totalizzato ben 15 capi diretti (ci sono stati anche quelli indiretti, ma il calcolo è complicato e il rapporto saltuario), dei quali 8 erano tra il normale e il buono e purtroppo 7 erano veramente Idioti totali più che cattivi, incompetenti, frustrati o psicopatici. Individui giunti al vertice per meccanismi strani che vanno dal politico-sindacale alle relazioni personali o parentali. La percentuale di quasi il 50% testimonia purtroppo l’alto numero di idioti esistenti
Ho incontrato un eccezionale bestiario che va dall’ufficiale che odiava l’Esercito (che lo manteneva), voleva far l’ingegnere ma non passava mai gli esami al Politecnico, al complessato egocentrico che si riteneva un genio incompreso, sempre nevrotico perchè stressato da una moglie brutta e prepotente. 
In totale 7 inutili esseri idioti che hanno prodotto danni alle strutture pubbliche o private, qualcuno ahimè è ancora in piena attività, in attesa di un altro capo idiota che lo sostituisca...
Come giustamente afferma John Hoover nel suo libro : ” I capi idioti sono il freno dell’ evoluzione organizzativa e, come gli scarafaggi, sopravvivono alle calamità che spazzano via persone di grande talento e creatività. Sebbene siano dei parassiti delle stanze dei bottoni, gli idioti possono rendere servigi importanti,a patto che non ne siano responsabili. Il problema è che troppo spesso lo sono.” ….“ Gli idioti attivi portano la loro disfunzione in posizioni di leadeship e non si rendono assolutamente conto dei disastri che combinano.”
Il "capo idiota" è un disincentivo potentissimo al lavoro, non capisce mai le professionalità (anzi le odia, perchè sanno più di lui) , di regola le usa per criticare i tecnici più preparati, il risultato principale è che quando i migliori collaboratori non  vanno in altre aziende, si riducono all' ignavia, indotti a non creare nulla e a fare solo quello che è richiesto e nulla più. 
Non bisogna poi mai contraddire il capo idiota o segnalargli uno sbaglio. La fiera idiozia che li riempie provoca una immediata irritazione.“Gli incompetenti, osserva Hoover, sono molto sensibili alle critiche, e di conseguenza non si lasciano convincere dalla logica e dalla ragione ".
Purtroppo, non esistono soltanto dei capi idioti, ma ci sono anche i paranoici, i sadici, i chiacchieroni, i machiavellici, che in genere godono nel sabotare gli sforzi dei collaboratori competenti
il capo idiota, per fortuna, semplicemente non è in grado di riconoscere i talenti aziendali“, per cui si circonda dei migliori idioti lecchini assenzienti, che lo aiutano a condurre la struttura nel baratro.
Il libro è molto interessante perché cerca di dare consigli per gestire i capi idioti, ma termina affermando: “Sopravvivere e avere successo con un capo idiota è come scalare un montagna,“ e dispensa consigli di tolleranza. 
Condivido le analisi di John Hoover ma non le terapie.
Personalmente sono sopravvissuto professionalmente e umanamente a 7 capi idioti, ma non ho mai abbassato la testa, perché per me la dignità umana e professionale è al di sopra di tutto. 
Forse anzi, certamente, ho perso qualche occasione di carriera ma non ho mai voluto unirmi alle schiere degli idioti nè come sottoposto nè come capo. Di questo ne sarò consapevole e orgoglioso fino al momento della mia quiescenza. 
Cosa che è trascurata nel libro, che io ho sempre letto e leggo negli occhi dei “capi idioti”, è la loro profonda insoddisfazione e insicurezza mascherata dalla aggressività. Purtroppo per loro, non sono sufficientemente idioti per non essere consapevoli della loro incapacità e inettitudine, nonostante ascoltino per rassicurarsi i cori osannanti della cerchia dei lecchini, razza che immancabilmente si eclissa appena l’idiota va in pensione o in disgrazia.
In fondo il "capo idiota" è un poveretto da compatire, un eterno insoddisfatto dei magri risultati della sua inutile e purtroppo aziendalmente dannosa esistenza….


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