I partiti sono un male inerente ai governi liberi, ma non hanno in tutti i tempi lo stesso carattere e gli stessi istinti. |
I
partiti attuali, ormai privi d’ideologia precisa, tendono a copiarsi tra loro in tutti i
comportamenti, anche in quelli più sciagurati, rimborsopoli regionali docet, la
parola d'ordine è diventata "lo fanno anche loro" o "lo fanno tutti".
Le
cosiddette elezioni "primarie" sono una delle più grandi sciocchezze pubblicitario-demagogiche inventate ultimamente, scimmiottando gli americani, salvo non pensare
che il loro sistema politico-partitico è lontano dall'Italia mille anni luce.
Vediamo
prima cos'è un partito in Italia.
Un partito politico, come definito
dall'Art. 49 della Costituzione Italiana, è un'associazione libera di
cittadini i quali detengono il diritto di amministrare democraticamente la vita
politica nazionale.
Tra i tanti guai contenuti nella nostra suprema
carta, che in certe parti dimostra i suoi anni, la carta costituzionale ha
evocato la figura del partito, ma non ne ha
delineato né la personalità giuridica, né tanto meno
le modalità organizzative.
Il dibattito istituzionale ha rimarcato più
volte la necessità attuare con leggi il disposto costituzionale, ma ciò è stato
accuratamente evitato dai politici, che hanno spacciato come rivendicazione di "autonomia" il timore di qualsiasi controllo a: numero
associati, attività finanziarie, strutture interne, ecc.
Il risultato finale raggiunto nella cosiddetta "seconda
repubblica", con la fine dei partiti nati nel dopoguerra, è un sistema di partiti
estremamente disordinato e complesso, con continue aggregazioni e scissioni.
Un sistema sempre più incomprensibile ai cittadini che lentamente abbandonano le urne
votando sempre meno. Le strutture partitiche territoriali, che garantivano
un minimo di partecipazione alla politica, le cosiddette
"sezioni" sono pressoché scomparse o non hanno più peso.
Il discorso "tesseramento" già critico nei partiti della prima
repubblica, è diventato ovunque un immenso pasticcio, ora nuovamente alimentato dalle esigenze create dalla "primarie".
In questo sistema fare votazioni
"primarie" senza regole, senza sapere chi vota e per quale ragione lo
fa, è una presa in giro totale, un "fantasma" di democrazia. Non ho
mai avuto simpatia per Sergio Cofferati, ma il suo commento e comportamento consequenziale alle primarie Liguri
era quanto mai giusto e doveroso.
Se giuridicamente i partiti sono associazioni,
chi ha mai visto in uno statuto associativo, anche di una bocciofila, la regola che pagando un euro, un qualsiasi individuo vota decisioni o
assetti organizzativi? Siamo al di fuori di ogni logica.
Non penso che ci sia da aggiungere altro, salvo ciò che ho detto pubblicamente più volte, considerato che i partiti non sono più adeguati ai tempi e sono ormai lontani dai cittadini, in dibattito principale dei politici dovrebbe incentrarsi che cosa deve essere un partito oggi.
Purtroppo, la diffusa carenza di cultura dei politici, unita ad una eccessiva sete di potere fa si che "meno siamo nei partiti meglio è".
E' una politica cieca e folle che può portare a effetti gravissimi, quando la vera democrazia langue il futuro diventa grigio e imprevedibile.....
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