sabato 28 marzo 2015

Diffidare dei primi della classe…..

I tedeschi, con l’incidente aereo della compagnia low cost della Lufhansa, hanno scoperto che la loro perfetta compagnia aerea di bandiera, che conformemente all’uso germanico pensa che tutto sia prevedibile e regolamentabile ha trascurato qualcosa.  Il perfettissimo pilota, dal curriculum da enfant prodige era fortemente tarato nella mente.
Secondo i comportamenti degli ordinatissimi tedeschi  esiste il caso A, B e C, rigorosamente previsti e regolamentati, anche nei dettagli meno utili ma, se scoppia il caso D, non previsto, è terrore e sgomento. L’elasticità è un patrimonio latino e non del nord germanico…..
Per carità, casi simili esistono ovunque, il nostro Schettino aveva uno splendido curriculum professionale e scolastico, ma non sarebbe stata di troppo un’analisi psicologica, perché nascondeva  un  animo irresponsabile e guascone, che  lo ha portato, per puro spirito di bravata,  a manovrare un transatlantico da 100.000 tonnellate come un motoscafo di tre metri.
Debbo dire che personalmente  ho sempre diffidato dei primi della classe, dei cosiddetti secchioni, quelli di tutti gli esami con il 30 lode e la laurea 110, lode e dignità di stampa.
Di tali eccezionali esemplari alcuni sono normali, capaci e di autentico valore, ma nel gruppo si nascondono quelli che nella ricerca di risultati massimi nascondono aridità umana o difetti caratteriali o addirittura psicologici non da poco.
Ai tempi della mia mia laurea ho conosciuto tre esempi di tali comportamenti, tutti laureati al massimo e specializzati a una rapidità eccezionale, ritenuti da molti dei veri geni. Peccato che, passati pochi anni, due sono stati radiati con ignominia dall’ordine professionale e condannati penalmente per aver tentato dei “colpi” economici di dubbia legittimità e il terzo personaggio ha avuto una discreta  carriera, che tutti conoscono,  per aver concesso generosamente a dritta e manca “favori”, non illegittimi, ma di carattere diciamo “non professionale” . 
Li ricordo ancora molto bene, a vederli erano spavaldi, arroganti e saccenti, ma in verità erano umanamente vuoti e con una sottile vena di rancorosa cattiveria verso tutti.
Alla fin fine, passati più di 30 anni, guardando tutte le carriere del gruppo di laureati in legge con me di allora, quelli che sono diventati ottimi avvocati, magistrati, dirigenti del settore pubblico e privato, sono i  cosiddetti  normali, che avevano avuto un carriera scolastica e vita regolare e senza “botti”.
I tedeschi, a parte la loro storia di certo non virtuosa, fatta di aggressioni ai vicini, nonostante si vantino molto e cerchino di dare lezioni a dritta e manca,  sono una razza strana che crea diffidenza e poca simpatia, dovuta agli eccezionali picchi culturali in alto come Goethe o Beethowen, ma con cadute terribili come Hitler e la sua corte.  Ma la 
Germania continua a cercare un primato europeo che non sa ancora meritare.
Quando i tedeschi perderanno la loro mania di tentare di essere i "primi della classe" a tutti i costi, e con un pò di umiltà impareranno la comprensione e il vero rispetto per gli altri popoli, l’Europa potrà essere veramente unita.


lunedì 16 marzo 2015

La grande truffa delle primarie.

I partiti sono un male inerente ai governi
 liberi,  ma non hanno in tutti i tempi
lo stesso carattere e gli stessi istinti.

Premetto che in virtù di una formazione giuridica e di una cultura liberale, sono totalmente contrario alle cosiddette "primarie" svolte da qualsiasi partito, ciò che dirò non è un attacco indirizzato a un partito, ma la critica ad una tendenza che si è diffusa, pericolosa per la "vera" democrazia . 
I partiti attuali, ormai privi d’ideologia precisa, tendono a copiarsi tra loro in tutti i comportamenti, anche in quelli più sciagurati, rimborsopoli regionali docet, la parola d'ordine è diventata "lo fanno anche loro" o "lo fanno tutti".
Le cosiddette elezioni "primarie" sono una delle più grandi sciocchezze pubblicitario-demagogiche inventate ultimamente, scimmiottando gli americani, salvo non pensare che il loro sistema politico-partitico è lontano dall'Italia mille anni luce.
Vediamo prima cos'è un partito in Italia.
Un partito politico, come definito dall'Art. 49 della Costituzione Italiana, è un'associazione libera di cittadini i quali detengono il diritto di amministrare democraticamente la vita politica nazionale. 
Tra i tanti guai contenuti nella nostra suprema carta, che in certe parti dimostra i suoi anni, la carta costituzionale ha evocato la figura del partito, ma non ne ha delineato né la personalità giuridica, né tanto meno  le modalità organizzative.  
Il dibattito istituzionale ha rimarcato più volte la necessità attuare con leggi il disposto costituzionale, ma ciò è stato accuratamente evitato dai politici, che hanno spacciato come rivendicazione di "autonomia" il timore di qualsiasi controllo a: numero associati, attività finanziarie, strutture interne, ecc.
Il risultato finale raggiunto nella cosiddetta "seconda repubblica", con la fine dei partiti nati nel dopoguerra, è un sistema di partiti estremamente disordinato e complesso, con continue aggregazioni e scissioni. 
Un sistema sempre più incomprensibile ai cittadini che lentamente abbandonano le urne votando sempre meno. Le strutture partitiche territoriali, che garantivano un minimo di partecipazione alla politica, le cosiddette "sezioni" sono pressoché scomparse o non hanno più peso. Il discorso "tesseramento" già critico nei partiti della prima repubblica, è diventato ovunque un immenso pasticcio, ora nuovamente alimentato dalle esigenze create dalla  "primarie".
In questo sistema fare votazioni "primarie" senza regole, senza sapere chi vota e per quale ragione lo fa, è una presa in giro totale, un "fantasma" di democrazia. Non ho mai avuto simpatia per Sergio Cofferati, ma il suo commento e comportamento consequenziale alle primarie Liguri era quanto mai giusto e doveroso. 
Se giuridicamente i partiti sono associazioni, chi ha mai visto in uno statuto associativo, anche di una bocciofila, la regola che pagando un euro, un qualsiasi individuo vota decisioni o assetti organizzativi? Siamo al di fuori di ogni logica.
Non penso che ci sia da aggiungere altro, salvo ciò che ho detto pubblicamente più volte, considerato che i partiti non sono più adeguati ai tempi e sono ormai lontani dai cittadini, in dibattito principale dei politici dovrebbe incentrarsi che cosa deve essere un partito oggi. 
Purtroppo, la diffusa carenza di cultura dei politici, unita ad una eccessiva sete di potere fa si che "meno siamo nei partiti meglio è". 
E' una politica cieca e folle che può portare a effetti gravissimi, quando la vera democrazia langue il futuro diventa grigio e imprevedibile.....
Ogni idea politica è un organismo vivo.
 I partiti sono quasi sempre destinati
a diventare dei grandi cadaveri gloriosi. 

(Filippo Tommaso Marinetti)