Io sono nato all’inizio
degli anni 50 a Torino, allora e per moltissimi anni, come in tutte le metropoli industriali, la
situazione ambientale era a dir poco pessima.
Tutti gli impianti di
riscaldamento erano a carbone e nafta pesante, le ferriere Fiat riempivano copiosamente
di fumi variopinti e polveri tutta la città, insieme ad altre fabbriche. Altri stabilimenti,
tutti situati in piena città, ci deliziavano di puzze incredibili. Dove vivevo,
Borgo Rossini, la CEAT di Corso Regio Parco, che fabbricava cavi
elettrici, emanava una puzza terribile di gomma bruciata con frequenza giornaliera, se il vento
cambiava, l’aria era resa nauseante dalla
puzza di tostatura del caffè Lavazza. Quando nel week end facevi gite in montagna
rischiavi malori da eccesso di ossigeno…….
Se cadevi nei fiumi cittadini,
era più probabile morire avvelenati che annegati. Io abitavo vicino alla Dora Riparia,
l’acqua cambiava colore tutte le settimane secondo ciò che le varie fabbriche,
comprese le concerie, scaricavano liberamente. Non esisteva nessun depuratore, nemmeno
per le fogne cittadine, che così finivano direttamente nel Po, dove i primi pesci, vivi e vagamente commestibili, si trovavano
ben dopo Chivasso (30 km abbondanti).
La città aveva un traffico
intensissimo di autoveicoli alimentati a benzina super con il piombo tetraetile,
di là da venire le marmitte catalitiche, i bus partivano innalzando colonne di
particolato da tagliare con il coltello e i ciclomotori andavano a miscela d’olio
dal 2 al 5%, i raffinati utilizzavano anche il nauseante olio di ricino.
Grazie ad uno smog allo
stato quasi solido, spesso mescolato alla nebbia, dalle colline il panorama di Torino era
visibile 8/10 volte all'anno dopo giorni di vento fortissimo.
Per completare questo “sano” quadro
ambientale, tra il 1960 e il 1961 i francesi lanciarono quattro bombe atomiche
sperimentali in atmosfera nel Sahara algerino, cosa sia arrivato in Italia
di quei vicini test atomici nessuno lo ha mai detto, ma dal 1962 in poi i test furono
condotti sottoterra.
Nonostante tutto ciò sia
andato avanti per decine di anni, non solo i bimbi di allora, non scomparsi per malattie inguaribili o incidenti, sono vivi e sani, ma
l'età media degli italiani, compresi i torinesi, si è enormemente elevata ed è una delle maggiori del
mondo.
Indubbiamente oggi
l'ambiente è migliorato e non rimpiangiamo di certo quei tempi, ma non bisogna
esagerare, tutte le volte che si alza un pochino la soglia delle “polveri sottili”
partono bordate di terroristiche “eco balle”. Dopo tali proclami sembra che
nelle città vi siano decine di morti per strada.
L’ambiente oggi non va così male,
sarebbe opportuno evitare le esagerazioni. Capisco che per i giornalisti il
catastrofismo è attraente, ma sarebbe opportuno che almeno si documentassero sulla
serietà e credibilità delle fonti, evitando di farsi strumentalizzare e diventare da cassa
di risonanza delle “eco balle”, che ovviamente a qualcuno convengono.
La scomoda verità è che c'è chi ci campa sulle eco-paure, in vari modi: le associazioni ambientaliste, non tutte così serie e scientificamente preparate, pseudo scienziati, che vogliono
attirare l’attenzione su studi discutibili e mediocri e infine meteorologi frustrati che, senza il catastrofismo, non avrebbero audience. A tutto questo aggiungiamo giornalisti
di scarsa cultura e rampanti. Unite gli ingredienti di questo
“cocktail” e “voilà” l’” eco balla” è pronta e servita!
Se non c’è un “terribile”
inquinamento da cavalcare, non importa se vero o presunto, tutti questi “signori” come
farebbero a campare?
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