venerdì 17 aprile 2015

Dead Man Walking

Negli Stati Uniti quando un condannato a morte viene portato all'esecuzione viene annunciato ad alta voce dai secondini "dead men walking" che significa "uomo morto che cammina"
Frase che nell'uso comune si è estesa come eufemismo di chiunque sta per avere una perdita imminente ed inevitabile.
Nella pluralità delle aziende sanitarie del Piemonte il primo maggio verranno nominati i nuovi Direttori Generali, essendo cambiato il colore politico della Giunta Regionale che aveva nominato gli attuali, probabilmente saranno sostituiti quasi tutti. 
Per cui da alcuni mesi è iniziato il "dead men walking",  gli attuali Direttori, probabili esclusi delle terne di direzione, si aggirano ovunque sconsolati, scrutano l'orizzonte, cercano appoggi, qualcuno cambia anche partito, dicendo di essere stato "illuminato sulla strada di Damasco" o cerca disperatamente parenti, conoscenti e amici che militino nell'attuale compagine di governo. 
Altri ormai rassegnati alla sorte cercano in azienda di sistemare qualche amico con atti amministrativi dell'ultima ora (ne ho visti fare a mezzanotte dell' ultimo giorno.....) o mettono in atto qualche ultimo dispetto, indirizzato ai nemici interni oppure ai Direttori che verranno, per lasciare una vendetta postuma.
I lecchini aziendali si sentono disperatamente orfani, danno le ultime leccate disattente ai loro padroni morenti, ma sono già distratti nel cercare di capire chi verrà, per poterlo immediatamente assalire, irretire ed immancabilmente sparlare dei colleghi. Le solite scene da basso impero, in oltre 30 anni di pubblica amministrazione ho assistito a questi teatrini decine di volte, quello che mi ha sempre stupito è lo sciocco e maniacale attaccamento dei "dead men walking"  a posizioni che per loro natura sono politiche e temporanee. Forse è la presuntuosa e strana illusione di essere "unici ed indispensabili". 
Il migliori Direttori che ho trovato nella mia carriera li ho visti arrivare con serio impegno e attenzione e poi  partire con un sorriso e una parola buona per tutti. 
I Direttori con la D maiuscola appena arrivati chiamavano subito il dirigente della comunicazione per sapere il clima aziendale e quello dell'utenza. Si portavano almeno una segretaria di fiducia, arrivavano informati sulle caratteristiche professionali e carriere dei dirigenti. Entro un mese visitavano tutte le strutture salutando i dipendenti e poi alla partenza inviavano un indirizzo di saluto a tutti, offrendo un ultimo bicchiere agli stretti collaboratori.
Queste civili abitudini sono pressoché scomparse, vanno e vengono come fantasmi,  ovviamente sanno tutto e di conseguenza sono facile preda di adulatori e raccomandati vari. Si fidano quindi immancabilmente di quelli sbagliati e poi, dopo qualche anno arriva la Corte dei Conti che......presenta il conto.
La media degli ultimi anni (al di là del colore della giunta) è stata di un terzo di Direttori Generali e collaboratori, buoni, un terzo mediocri ed un terzo decisamente incapaci. la terza categoria è immancabilmente generata dai super raccomandati politici, con curriculum professionale di fantasia o che si può scrivere sul retro di un francobollo......
Sinceramente non  saprei che consiglio dare all'Assessore regionale per scegliere buoni Direttori, salvo forse quello di non ascoltare consigli......
Trionfo di Tito e Vespasiano Parigi-Louvre
Bisognerebbe poi, all'insediamento ripristinare una parte della cerimonia del "trionfo" che veniva tributato nell'antica Roma ai generali vincitori. 
Era costume che il trionfatore fosse accompagnato da un addetto che gli reggeva la corona d'alloro appesa sopra il capo e che per tutto il tragitto gli ripetesse ad intervalli regolari la frase "Hominem te esse memento" (in latino: ricordati che sei solo un uomo) per evitare che nella gloria del momento e con l'acclamazione della folla il festeggiato si montasse la testa.
Speriamo bene,  fra dieci giorni vedremo..........spes ultima dea......